La crisi economica – della quale, in questa sede, non voglio esaminarne origini e conseguenze a livello italiano e mondiale – colpisce (quasi) tutti e, per quello che ci riguarda più da vicino, sta dando una mazzata fortissima anche alle attività sociali di tante benemerite associazioni italiane che si occupano di cose filateliche e postali.
E se già la filatelia (in Italia) sta soffrendo di una mancanza di idee e di ricambio generazionale dei suoi collezionisti, l’associazionismo ne soffre ancor di più, tentando di rimanere in vita (sia a livello nazionale che locale) con il prezioso contributo dei suoi membri, già dissanguati dall’anzi detta crisi economica. Ecco allora che ogni associazione, circolo, club si ingegna per recuperare qualche soldino utile per poter realizzare quelle poche (ma importanti) attività promozionali (v. la recente idea del CIFO di realizzare un calendario filatelico) e sociali.
La sofferenza economica, tuttavia, sta strozzando anche organizzazioni come l’Istituto di Studi Storico Postali di Prato che non può essere considerata una semplice associazione in quanto è una Onlus, ovvero un ente privato con personalità giuridica riconosciuto a livello nazionale come Istituto culturale dal Ministero dei Beni e Attività culturali ma anche dalla Regione Toscana in quanto istituzione culturale di rilievo regionale.
Un polo culturale, quindi, di importanza vitale per il settore storico-postale e delle comunicazioni occupandosi, tra l’altro, di ricerche archivistiche e bibliografiche, dell’organizzazione di convegni ed incontri con studiosi ed accademici, di seminari annuali su “Scrittura e comunicazione”, di i corsi di specializzazione, della pubblicazione dei “Quaderni di storia postale” e del semestrale “Archivio per la storia postale – comunicazioni e società“, oltre che sede dell’archivio dalla Direzione superiore della posta militare, un complesso di 400mila documenti originali riguardanti il XX secolo e che ha già fornito materiale per le pubblicazioni edite dall’ufficio storico dello Stato maggiore dell’Esercito.
E come se non bastasse, l’ISSP conserva anche oltre 12000 volumi ed opuscoli, cui va aggiunta una emeroteca di 1.179 testate, il cui catalogo negli ultimi anni è stato digitalizzato per essere consultato anche online.
Una istituzione, come dicevo, benemerita alla quale contribuisce il lavoro dei soci (del tutto volontaristico, a cominciare dal consiglio direttivo) e quello delle uniche “due” dipendenti le quali, dopo un lungo periodo di cassaintegrazione, a partire dal prossimo anno cesseranno di operare per… mancanza totale di fondi.
Le cose, quindi, si metteno davvero male. E non solo per l’Ente in sè ma anche per il mondo della cultura in generale e della ricerca storico-postale in particolare.
Il Consiglio Direttivo, tuttavia, sembra intenzionato ad andare avanti ad oltranza, affidandosi ancora una volta alla generosità di tutti coloro che hanno a cuore l’istituzione e i suoi “contenuti culturali”, non solo tramite le quote associative ma anche attraverso il 5×1000 degli Italiani. E così, entro il gennaio 2013 verranno editi due ulteriori numeri di “Archivio per la storia postale – comunicazioni e società” mentre per il 4 maggio prossimo è regolarmente programmato il X Colloquio di storia postale sul tema “La posta nel mondo. Le relazioni postali internazionali dell’Italia” (dalle 09:00 alle 14:00 presso l’Archivio di Stato di Prato – Via Ser Lapo Mazzei 41).Il presidente Andrea Giuntini, naturalmente, non ha potuto fare altro che dare, ancora una volta, massima pubblicità allo stato difficilissimo in cui versa l’ente e, con una cortese lettera, ha chiesto a tutti coloro che fanno informazione filatelica in Italia (dato che chi dovrebbe e potrebbe occuparsene, ovvero lo Stato, non lo fa), di dare ampio risalto non solo alle attività sociali ma anche alla situazione economica pericolosa che potrebbe costringere alla resa l’ISSP.
Cosa che faccio molto volentieri sia promettendo di scrivere dell’ISSP ogni volta che ci saranno notizie provenienti da Prato sia realizzando una campagna ad-hoc su Philweb, su Forum Francobolli e sulla nostra pagina Facebook, dedicata al sostegno finanziario dell’Istituto.
Nei prossimi giorni specificherò meglio i termini di questo supporto economico e pubblicitario all’ISSP, cui darà anche il suo contributo “gratuito” Franco Filanci con la realizzazione di una grafica apposita che utilizzerò, appunto, sui nostri siti web.
Invito, nel frattempo, il presidente Giuntini (o chi per lui) a voler mettere in piedi anche forme alternative di pagamento della quota annuale (che è di 40 euro) per esempio tramite il sistema PayPal ampiamente utilizzato su Internet.