Si è chiusa stamattina la 119a edizione di Veronafil, l’evento commercial-filatelico che ormai ha soppiantato lo storico appuntamento di Riccione tra i convegni più frequentati dai collezionisti italiani.
Non abbiamo avuto occasione di raccogliere opinioni sull’esito della manifestazione veronese ma a giudicare da quanto leggiamo sui vari forum filatelici italiani, non è difficile pensare che anche abbia risentito della crisi con un ridimensionamento ulteriore della capacità di spesa dei suoi visitatori.
Ma, comunque sia andata, Veronafil resta il palcoscenico ideale per gli operatori filatelici che vogliono presentare novità e testare la riuscita di nuovi prodotti, come per esempio hanno fatto l’Unificato con il nuovo volume di Storie di Posta e l’Ufficio Filatelico e Numismatico del Vaticano che in fiera ha portato il suo recente Certificato pro-restauro del Colonnato del Bernini, a quanto pare piuttosto richiesto!
A Verona, naturalmente, si sono date appuntamento anche le associazioni. Ad esempio l’USFI (Unione Stampa Filatelica Italiana), che sotto la presidenza di Danilo Bogoni, ha riunito il proprio Consiglio Direttivo.
Nella serata di ieri si è svolta pure la consueta “assemblea conviviale” dei soci dell’Accademia Italiana di Filatelia e Storia Postale riuniti senza grosse formalità attorno ad un tavolo per cenare e discutere di filatelia.
Il Presidente Franco Filanci ha illustrato (meglio sarebbe dire, ha ricordato e ulteriormente sottolineato) la strategia dell’associazione (che edita, tra l’altro, il già citato Storie di Posta) per l’immediato futuro: “propugnare un’idea della filatelia e della storia postale come espressione in primo luogo di cultura, molto attuale e aperta ai più diversi punti di vista e discipline, superando il semplicistico concetto di hobby e quello puramente collezionistico e mercantile“.
Dopo la relazione, è stato ufficializzato l’ingresso in Accademia di due nuovi membri. Si tratta dei toscani Giuseppe Pallini (“per le sue appassionate e approfondite ricerche sulla storia postale toscana, condotte da oltre cinquant’anni con metodi rigorosi, innovativi e fuori dagli schemi filatelici dell’epoca, sfociati nei volumi sulla Storia postale della provincia di Grosseto e I corrieri del Mangia, oltre che in attività culturali e associative di notevole attualità e impatto come l’Aspot, l’Associazione per lo studio della Storia postale toscana, di cui è stato il primo presidente“) e Roberto Monticini (“per la sua attività di studioso e divulgatore della storia postale non solo toscana, praticata in modo insolitamente moderno non solo attraverso numerosi scritti ma anche con lavori di gruppo, come il volume sugli Uffici di posta in Toscana, e la creazione e conduzione di un sito specializzato online, del tutto unico nel suo genere“).
Due filatelisti, naturalmente, ma soprattutto due divulgatori, la cui nomina rafforza l’idea espressa proprio da Filanci nell’editoriale sull’ultimo SdP, che il futuro della filatelia debba passare anche attraverso la letteratura filatelica.
Complimenti ai nuovi accademici!